Ironman e 5i50 Emilia Romagna – Racconti e Momenti

Quindici aspiranti Ironman Finisher, sabato 23 settembre…

È l’alba.
Il sole che sorge lì in fondo, su un mare adriatico calmo, sereno.
L’aria è fresca.
Il lungomare di Cervia è già pieno di atleti.
Si parla a bassa voce o si sta in silenzio.
Io e Matteo, accompagnati da Beatrice, camminiamo verso la zona cambio.
È lunghissima!
Ci avviamo verso l’ingresso solo io Matteo, Beatrice ci aspetterà fuori.
Lei non può entrare.
Cerco la bici, rack 507, di fronte all’Hotel Sedonia.
Controllo le gomme, posiziono il cambio.
Lascio le borracce, riempio le borsine con le barrette.
Ricontrollo tutto, poi a verificare la sacca Bike, quella blu.
Asciugamano per togliere la sabbia dai piedi, casco, occhiali, pettorale, calze, scarpe.
C’è tutto.
Proseguo.
Sacca rossa, Run.
Visiera, gel, calze, scarpe.
Anche qui c’è tutto.
Esco dalla Zona Cambio.
Nel frattempo ci siamo radunati un po’ tutti.
Io, Matteo, Frankie, Daniele con Beatrice e Carla che ci fanno da supporto.
Mi infilo la muta.
Con calma, gesti soliti.
Controllo che non ci siano pieghe poi Matteo mi aiuta a chiuderla.
Lascio la sacca dei miei indumenti alla fantastica Beatrice.
Mi avvio verso la riva.
Nel frattempo il sole si è alzato.
Siamo tanti, tantissimi.
Entro in acqua a bagnarmi i piedi, l’acqua è fresca, non fredda.
Volutamente mi sono allontanato da tutti.
Entro nella gabbia che indica il tempo tra 1:20-1:30.
Aspetto.
In silenzio.
Guardo il percorso.
Musica epica nelle orecchie, battiti alti.
Lo sparo, partono i pro uomini, poi le pro donne, poi noi Age Group.
Sei la volta ogni cinque secondi.
È il momento!
Entro, la riva è bassa e corricchio un po’.
Inizio a nuotare e mi sento bene, a mio agio.
Riesco subito a prendere un buon ritmo e sfruttare diverse scie.
Duemila e duecento metri e sono già a riva per l’uscita all’austrialiana.
Trovo anche il tempo per scherzare con un altro atleta.
Ultimi 1.800 mt che scorrono via tranquilli, ancora qualche scia ben sfruttata.
Dopo un’ora e 19 minuti sono fuori.
Corro verso la T1, senza troppa fretta.
Mi cambio, raggiungo la bici (hotel Sedonia).
Monto in sella.
Ho il tempo di sentire le urla dei miei compagni e di incrociare i loro sguardi.
Inizio a pedalare in modo tranquillo e in un attimo ci troviamo a Villa Inferno e da li alle Saline di Cervia, per fortuna non c’è vento.
Arriviamo sulla E45, inizio a spingere un po’, ma non troppo che la strada da fare è lunga 180km.
Mangio ogni 45’ e bevo ogni 15’.
Arrivo a Forlimpopoli.
Superato il paese, sulla sinistra, vedo Bertinoro lassù in cima.
So già che non dovrò salire sui pedali e partire all’attacco, ma dovrò usare più la testa.
Il primo strappo lo faccio, invece, proprio come non avrei dovuto, ma sto bene.
Continuo ancora sulla salita, ma alleggerisco i rapporti.
Scollino, il,tifo è alle stelle.
Subito giù per la discesa!
Arrivo alle Saline in un attimo, intanto il vento ha iniziato a fare capolino.
Arrivo a Cervia.
Dal lungomare curva a sinistra e sento le urla di Giorgia, di Bianca, di Tommaso.
Salgo sui pedali, trovo il tempo di lanciargli un sorriso e riparto per il secondo giro.
Alle Saline intanto il vento si è rinforzato.
Cerco di mantenere il ritmo impostato dall’inizio, ma è più dura.
Di nuovo a Forlimpopoli.
E Bertinoro è ancora lassù che ci aspetta.
Questa volta la fatica si fa sentire, sia il primo strappo che la salita finale presentano il conto.
Le gambe fanno fatica, ma non mollo.
In cima alla salita sento le urla del pubblico che fa la hola.
Anche io vado a prendermi il mio “olè!”
Ancora giù per la discesa fino alle Saline dove ora il vento è forte e contro.
Arrivo a Villa Inferno, Cervia è vicina.
Arrivo sul lungo mare.
Il garmin dice 6 ore e 19 minuti.
Smonto dalla bici, entro in zona cambio.
Lascio la bici sul rack 507, poi la sacca rossa.
Arriva il momento più temuto, la maratona.
Esco dalla T2, curva a sinistra e sento ancora le urla di Giorgia e dei bimbi.
Mi fermo un attimo e do un bacio a tutti e tre.
Riparto, il piede duole, ma riesco a correre per 15-16 km.
Poi decido di camminare 500mt e correre un 1km.
Ogni 2,5km ai ristori mangio e bevo.
Il piede fa male, la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe.
Cammino 1km e corro 1km.
Prendo il secondo bracciale colorato.
Sono a metà percorso.
Ora cammino, e ogni tanto corro.
Per fortuna Giorgia e i bimbi mi sorridono e riesco a fare qualche metro di corsa in più.
Inizia a fare fresco, il sole è tramontato.
Sono al 30esimo chilometro.
Ora praticamente cammino e basta.
L’ultimo tratto in pineta è surreale, siamo in pochi.
Nel silenzio più totale qualcuno prova a correre, qualcuno cammina, chi si ferma.
E intanto, da lontano, lo Speaker urla: you are an IRONMAN!
Nel frattempo sono arrivato sul lungo canale di Cervia, ho quattro bracciali al polso.
o Speaker continua ad urlare: you are an IRONMAN!
Arrivo all’altezza del porto turistico e lo Speaker continua con quella frase.
Senza accorgermene inizio a correre.
Il piede fa male.
You are an IRONMAN!
Continuo a correre, due atleti di fronte a me.
You are an IRONMAN!
Continuo a correre, lì supero.
Il piede fa male, ma corro, corro.
Eccolo! Il tappeto con la M dot.
Corro!
Paul, lo speaker, mi vede, legge il mio nome scritto sul pettorale e finalmente urla, per me e solo per me, ALESSANDRO! YOU ARE AN IRONMAN!
by Alessandro Valentini

Giornata splendida a livello climatico: 18° e mare piatto. Nuoto alla grande ed esco dall’acqua bene. Prendo la bici e dopo 20 km la sento male. Mi fermo e la ruota posteriore é mezza sgonfia. Con mezza bomboletta di schiuma me la cavo. Raggiungo Bertinoro e mi fermo dal meccanico. Devo rigonfiare. Alla fine dei primi 90 km ancora a piedi. Mi faccio 25 km sul cerchione posteriore x raggiungere meccanico. Cambio il tubolare: valvola sbragata. Da lì in poi inizia il calvario. Spendo troppo in bici e sono un po’ demoralizzato. Le gambe girano a vuoto. Inizio a correre con 1 ora di ritardo sulla tabella di marcia e..comincio a vomitare. Mi faccio la maratona mangiando solo spicchi di mela xché è l’unica cosa che riesco a tenere..il resto è fatica! 15 ore e 5 minuti x chiudere. Vabbè, è andata!
by Luca Andalo’

Che dire, bene ma non benissimo.
Lo sapevo che il secondo sarebbe stato difficile, forse piu’ del primo. Anche se non lo si vuole ammettere si spera sempre di migliorarsi, e questo inevitabilmente porta ad avere aspettative da se stessi. E a sopravvalutarsi. Anche se non lo si vuole ammettere. Poi se sulla carta il percorso bike e’ un piattone velocissimo allora ti viene da pensare che nulla possa toglierti il tuo personalissimo record del mondo. Ma in cuor tuo sai che sono tutte st….ate. Ogni gara e’ diversa e il tuo fisico non e’ sempre al 100×100.
Fatte le dovute premesse, gara organizzata perfettamente dalle zone cambio ai ristori, dalle strade chiuse ai volontari, dagli speaker alle forze dell’ordine. Tutto preciso e inappuntabile, rigoroso, la passione dei volontari per quello che stavano facendo si leggeva nei loro occhi. Quindi un vero spettacolo.
Poi arrivo io, con la mia gara:
Nuoto: acqua perfetta, piatta e fresca giusta, senza corrente e senza onda. Nuoto bene e tranquillo, poche botte e supero anche tanta gente. Esco in 1:12 quasi incredulo e molto felice. Arrivo bene in T1 col sorriso e mi cambio veloce e parto.
Bici: primi 92 km fatti bene, con una media per me quasi impensabile, 31.6 km/h, avendo anche scontato una penalita’ (giusta) per scia. Comincio ad assaporare un bel tempo bici sotto le 6 ore. Giusto il tempo di pensarlo, e verso il 100 esimo si spegne la luce. Non riesco piu’ ad alimentarmi bene, crampi alle gambe, specialmente la destra. Cerco di superare tutte le crisi, ma a Bertinoro la gamba destra si blocca completamente a meta’ salita. Mi devo fermare per riprenderla, e miracolosamente la morsa de crampo si allenta e riparto. Ma la luce non si e’ mai riaccesa del tutto. Arrivo in T2 stremato, dopo 6:24. Ormai ogni speranza del tempone e’ vanificata. Parto a correre.
Corsa: quallo che ritenevo il mio punto forte si rivela in realta’ la mia peggiore frazione. Corro per i primi 3-4 km, anche troppo forte, il pubblico mi carica, ma poi devo fare i conti con lo stomaco sottosopra e i crampi. Per cui dopo sara’ tutto un corri-cammina-corri. A questo punto l’importante e’ arrivare. 5:20 di maratona.
Finish line: sempre un’emozione unica, che solo il TRI ti puo’ regalare, circuito IM in primis, che giratela come volete, ha sempre una marcia in piu’.
Sono felice, due IronMan in due anni.
Grazie CERVIA!
by Matteo Nanetti

 

La domenica l’evento era il 5i50, Triathlon su distanza olimpica con scia vietata…. Ecco i trenta protagonisti Spartans!